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Autoacromia

altrospazio fotografia, Autoacromia è un laboratorio e un algoritmo di visione che produce esposizioni automatiche
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Autoacromia @ Roma

Autoacromia (2007-) è un work in progress itinerante che aspira a divenire un archivio corale e silenzioso, una riflessione al negativo sul senso di un fare, in questo luogo e in questo tempo. Riferimento diretto di questo neologismo e della riflessione che ne è scaurita è la tecnica dell’autocromia, brevettata dai fratelli Lumière nel 1903,  introdotta sul mercato nel 1907 e travolta negli Anni Trenta dalle pellicole a colori della Kodak, il cui fondatore, George Eastman, esordì sul finire dell’800 con un motto terribile e profetico che recitava: you press the button, we do the rest. Ad un secolo esatto dall’introduzione sul mercato delle autocromie, in un mondo dove ormai tutto è immagine e dove tutti premono (compulsivamente) il bottone, abbiamo ritenuto che il compito di chi pensa la fotografia ancor prima di praticarla sia - anche - “fare il resto”, ipotizzando la sua possibile assenza, mettendo in crisi il suo regime di verità. Ciò avviene attraverso la pianificazione di un’azione disciplinata e collettiva che genera - contro la declinazione di qualsiasi retaggio culturale (e quindi anche visivo) - una sequenza casuale di tracce foto-grafiche realizzate ripriducendo il bianco, assunto come non-soggetto/non-colore (in realtà anch’esso frutto e riflesso di tutto lo spettro visibile), come neutralità potenziale e manichea nel suo poter divenire, in fotografia, anche il suo opposto, passando attraverso tutte le gradazioni di grigio. Questo lavoro è dedicato a Franco Vaccari.

Vedi anche Desideriogrammi